La giornata tipo di uno psicoeducatore

Milletrecentoventitrè psicologi lavorano come educatori. Sì ok è un numero a caso, ma vi assicuro che sono tanti.

Da dove vengono? Cosa fanno? Perché lo fanno?

Non lo sanno neanche loro. Ma vediamo insieme la loro giornata tipo.

Ore 6:00 – La sveglia

Lo psicoeducatore si sveglia e fa colazione in modalità zombie, sprizzando gioia da ogni poro per la splendida giornata che lo attende. Non ricorda il proprio nome e non sa dove si trova.

Ore 7:30 – L’educativa domiciliare

Dopo mezz’ora passata in auto a imprecare ad ogni semaforo, arriva al primo lavoro della giornata, un intervento di educativa domiciliare col fine di accompagnare un adolescente a scuola. Nella testa rimbomba una sola domanda: “Ma chi me l’ha fatto fare di accettare ‘sto lavoro?”

ore 8:30 – La resa

Dopo un’ora di tentativi per tirare giù dal letto il ragazzo, si arrende alla frase “non ho voglia di andare a scuola, ho sonno”. Non sa se essere più arrabbiato o d’accordo col ragazzo. Vola in macchina per una nuova traversata.

Ore 9:00 – L’intervento a scuola

Dopo un’altra mezz’ora di imprecazioni arriva in una scuola superiore, terzo ed ultimo incontro di un percorso di prevenzione e promozione del benessere. La professoressa si ri-presenta (per la terza settimana consecutiva) chiedendo agli operatori chi siano e cosa facciano lì.

Ore 13:30 – L’equipe

Affronta l’equipe coi colleghi del servizio di educativa minori, alla fine della quale in un momento di goliardia partono un po’ di battute sul tema “gli psicologi che fanno gli educatori e ci rubano il lavoro”. Si trova tutto sommato d’accordo, anche se poi si ricorda di essere uno di quelli.

Ore 15:00 – Il centro giovanile

Apertura del centro giovanile, in cui:

  • Spiega ai ragazzi l’importanza di organizzarsi per tempo nella gestione dei compiti, per non arrivare ad avere 40 pagine da studiare il giorno prima della verifica
  • Fa imparare ad un ragazzo una lista di vocaboli in tedesco, senza aver mai studiato tedesco
  • Spiega ad un altro che l’aceto balsamico non è quello che si mette dopo aver fatto lo shampoo

ore 18:00 – Preparazione dell’evento

Ritrovo con una collega e un gruppo di ragazzi adolescenti per preparare il materiale per l’evento che si svolgerà due giorni dopo Ragazzi presenti: zero. Gli educatori si rimboccano le maniche e iniziano a imbiancare pannelli. Lo psicoeducatore dentro di sé sente salire una domanda: “com’è che a 18 anni decidi che vuoi studiare perché non sei bravo nei lavori manuali e a 30 ti ritrovi a fare entrambe le cose?”. È troppo stanco per cercare una risposta e continua a spennellare.

Ore 19:30 – La cena

Lo psicoeducatore riesce a passare da casa a mangiare e si accorge di non aver steso una lavatrice, inizia a pensare “ma da quanto tempo è lì?”. Non ricorda quanti giorni siano passati da quando l’ha vista in funzione l’ultima volta… decide che nel dubbio è meglio farla ripartire. Mangia tonno e cracker, perché nel frigorifero si sente l’eco.

Ore 22:00 – L’unità mobile

Arriva di fronte alla discoteca in cui dovrà lavorare coi colleghi del progetto di unità mobile giovani. Finisce attorno alle 3:00 e nella consueta modalità zombie si dirige verso casa. Per fortuna domani è festa… può passare la giornata a poltrire.

Si lascia cadere sul letto, ancora vestito. Ma all’improvviso, un secondo prima di svenire, gli occhi si spalancano: “Dannazione, il foglio ore!!!”.  😱
Decide di svenire comunque.

Il giorno dopo

Lo psicoeducatore passerà metà della giornata seguente a compilare l’odiato modulo e l’altra metà ad imprecare contro se stesso per non averci pensato prima. Penserà all’ipocrisia delle ramanzine fatte ai ragazzi che non si organizzano per tempo. Si riprometterà che la prossima volta non arriverà all’ultimo… ma sa già che non è vero.

E voi? Vivete esperienze simili nel vostro lavoro? Raccontatecele!

 

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